E' ORGOGLIOSO DI PARLARE DE:


La passione per il deserto


Ci sono probabilmente pochi luoghi accessibili sulla faccia della terra dove i soldi contino meno che nel Sahara per procurare agi. E' sempre possibile trovare qualcosa di piatto su cui distendersi, qualche cima di rapa alla sabbia, pasta, marmellata, un po' di tendini di qualcosa che chiamano eufemisticamente pollo da mangiare e un mozzicone di candela per svestirsi la sera.

Dal momento che č necessario portarsi dietro cibo e fornello, talvolta sembra che non valga neppure la pena di prendere in considerazione i “pasti” offerti dagli alberghi. Ma, d'altra parte, i prodotti in scatola finiscono sempre troppo in fretta. Prima o poi sparisce tutto - caffè tè zucchero sigarette - e il viaggiatore si adatta a una vita priva di questi piaceri superflui, usando di notte un mucchio di vestiti sporchi per cuscino e un burnus per coperta.

Forse a questo punto la domanda logica da fare è: perché andarci?

La risposta è che una volta che un uomo è stato là e ha vissuto il battesimo della solitudine, non può pių farne a meno.

Una volta preda dell'incantesimo dello sconfinato, luminoso, muto paese, nessun luogo è per lui abbastanza intenso, nessun altro paesaggio può fornirgli la sensazione estremamente appagante di esistere nel mezzo di qualcosa di assoluto.

Ci tornerà, a costo di qualunque spesa e di qualunque disagio, poiché l'assoluto non ha prezzo.

(paul bowles, il battesimo della solitudine, 1957)






                

       

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